A prima vista sembra una 250 Testarossa un po’ più piccola ma se si guarda con attenzione la presa d’aria trasparente sopra ai carburatori si nota che le trombette di aspirazione sono sei e non dodici. La forma della carrozzeria era quella in voga negli anni 1958-’60 ed infatti la ritroveremo anche nell’altra versione di vettura sport con motore Dino, la 246 S. Nella versione di due litri di cilindrata il motore poteva dare ottime prestazioni ed infatti la vettura ha ottenuto numerose vittorie di classe prima di lasciare il posto alla più potente versione 246.
In memoria di Alfredo Ferrari detto Dino , sono stati a lui dedicati i modelli "Dino" spider e coupé della FIAT, un nuovo marchio della Ferrari e, dal 1970, il circuito di Imola, rinominato Autodromo Enzo e Dino Ferrari alla morte del padre, nel 1988. L'autodromo era sede del Gran Premio di San Marino di Formula 1 ed è stato celebrato nel 1979, in occasione dell'ultimo rifacimento, con il Gran Premio Dino Ferrari, non valido per il mondiale.
Con la morte di Dino l'eredità morale e materiale di Enzo Ferrari è passata al secondo figlio Piero Lardi Ferrari.
La Dino 246 GT era un’evoluzione della Dino 206 GT, con un motore V6 di cilindrata maggiore e un passo allungato di 60 mm. Al di là delle differenze di interasse, il design della vettura era praticamente invariato se si eccettuano le modifiche marginali riguardanti il cofano motore – ora più allungato – e il riposizionamento del tappo del serbatoio.
La macchina riscosse un notevole successo commerciale, tanto che ne furono prodotte ben tre serie. Quando, nel ‘73-’74, la produzione cessò, la domanda rimase alta e furono in molti ad esserne dispiaciuti.